NON SI CORRE NEI CHIOSTRI
Mocellin-Pellegrini
2004
Tecnica
Fotografia
Materiale
Stampa lambda su cibachrome
Misure
95 x 150 cm
Provenienza
Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 2004
N. Inventario
1190
Non si corre nei chiostri ritrae i due artisti che, nelle vesti di una suora e di un prete, corrono tenendosi per mano, sotto le arcate del cortile di Palazzo Broletto, a Gallarate. L’immagine è la punta dell’iceberg di un più ampio progetto realizzato per Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee, XXI-XXII Premio Gallarate, in cui gli artisti presentarono una installazione sonora, un percorso che affiorava dai muri del chiostro del Broletto. Ispirandosi a un episodio di cronaca i cui protagonisti scelsero di vivere “controcorrente”, abbandonando le vesti religiose per realizzare il loro sogno d’amore, gli artisti creano un percorso che assume la forma di una narrazione circolare raccontata a mo’ di cronaca a due voci dagli artisti. Dopo averli conosciuti e intervistati, la coppia di artisti si immedesima infatti nella coppia di amanti; “la storia di Alberto e Elena” affermano Mocellin e Pellegrini, “secondo i rispettivi punti di vista, è narrata, mantenendo il tono intimo e personale del racconto originale, dalle nostre voci che funzionano come una sorta di eco”. Lo spettatore che percorreva il quadriportico del Broletto azionava al suo passaggio le fotocellule che trasmettevano frammenti di dialogo. Pur senza garantire una continuità didascalica alla narrazione, al termine del cammino lo spettatore aveva l’idea complessiva e la suggestione generale del racconto, che si sommava alla dimensione contemplativa data dal cammino rivelando, come affermano gli artisti “la memoria sommersa del luogo”.
Il percorso era inoltre scandito da stendardi rossi che presentavano una lettera sul fronte e una sul retro: il pubblico, durante la visita, poteva così leggere, percorrendo il cortile in un senso e guardando ogni stendardo, la frase “I pesci morti navigano con la corrente” e, nell’altro senso, “I pesci vivi navigano contro corrente”. Gli artisti scelsero il chiostro di Palazzo Broletto in quanto spazio racchiuso, simbolo di un mondo separato, proponendosi di evidenziare, attraverso la loro opera, la relazione tra l’uso attuale del cortile, luogo civile e pubblico, e il suo passato di convento. (LG)