COMPOSIZIONE
Mauro Reggiani
1951
Tecnica
Dipinto
Materiale
Olio su tela
Misure
80 x 60 cm
Provenienza
Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1951
N. Inventario
024
Il rigore formale e compositivo è la cifra stilistica che ha sempre contraddistinto la ricerca pittorica di Mauro Reggiani. Composizione, in questo senso, è uno dei più significativi esempi della pittura di Reggiani a cavallo tra anni quaranta e cinquanta. La disposizione delle forme nello spazio pittorico valorizza la scansione ritmica dei diversi elementi in relazione a precise scelte cromatiche, virate essenzialmente da colori primari. Rispetto alla produzione precedente alla guerra si nota come l’opera di Reggiani inizi a essere più mossa e dinamica, influenzata com’è dal contatto con Prampolini all’avvicinamento al MAC, movimento di cui poi sarà presidente tra il 1954 e il 1955. Emblematica, in riferimento a quanto detto, è la forma posta al centro della tela, dal valore indubbiamente astratto ma con ambigui richiami a elementi meccanici o biomorfi; a documentare questa riflessione si legge negli scritti dell’artista stesso: “Colore e forma sono la stessa cosa, perché uno è parte integrante dell’altra. Non esistono un piano colorato o una forma fini a se stessi, come una parola resta una parola, tre parole possono creare un’immagine poetica”. È estremamente interessante a questo punto osservare come l’opera possa essere letta davvero come passaggio dalla rigorosa pittura concretista degli anni trenta alle composizioni più libere e fluide della seconda metà degli anni cinquanta. Reggiani proprio in virtù di questa progressiva, sistematica e continua rimeditazione della propria pittura, risulta essere uno tra i fondamentali astrattisti italiani dell’epoca. A sostegno di quanto detto basti ricordare la presenza nel 1934 alla prima vera e propria mostra astrattista in Italia promossa dalla galleria Il Milione di Milano, la presenza sin dal 1935 all’interno di Abstraction Creation, il ruolo fondamentale per la fusione tra il MAC e il gruppo Espace e la sua presenza a ben tredici Biennali di Venezia tra il 1926 e il 1986. (AC)