BET
Gianfranco Brebbia
1973
Tecnica
Video b/w, muto
Materiale
S8mm riversato in digitale
Misure
5’
Provenienza
Donazione di Giovanna Brebbia
N. Inventario
80 FZ
Gianfranco Brebbia si avvicina al cinema nei primi anni Sessanta e dà inizio a dieci anni di intensa produzione che vede la produzione di duecento film. In questo periodo Brebbia frequenta i Cineclub della zona di Varese e si avvicina all’ambiente artistico milanese riconoscendo le ragioni del suo percorso nel cinema sperimentale del tempo. Collabora e stringe legami con altri artisti e filmmaker come Sirio Luginbühl e proietta i suoi film durante le mostre e gli happening organizzati con artisti come Luciano Fabro, Franco Ravedone, Franco Vaccari, Mario e Marisa Merz.
Il 1968 e il 1969 sono anni cruciali: sono gli anni della sua produzione più intensa e della sperimentazione più grande. In questi anni si associa alla Cooperativa del Cinema Indipendente, entrando ufficialmente a far parte del circuito del cinema sperimentale.
Dopo il 1970 l’artista si allontana progressivamente dalla scena artistica e prosegue a filmare in solitaria. In questo periodo produce Bet, opera frutto delle ricerche sulla pellicola e sulle sperimentazioni sul medium cinematografico. Il film è un’opera completamente astratta in cui si verifica una serie di interazioni tra luce, segno e colore, realizzata dipingendo a mano la pellicola con inchiostro di china e incidendola con una fresa da odontotecnico.
La sperimentazione di Brebbia sul medium è una ricerca di immagini completamente nuove: in una sua lettera del 1970, descrivendo il lavoro di uno dei suoi film dipinti e graffiati, scrive “Mi sono trovato immerso nell’infinito astrale. Una creazione di nuovi mondi mai invasi da chicchessia.”
(VB)