SCHEMA LUMINOSO
Grazia Varisco
1962
Tecnica
Opera cinetico-visuale
Materiale
Schema luce e animazione elettromeccanica
Misure
50 x 50 cm
Provenienza
Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1976
N. Inventario
225
L’opera che state osservando ha bisogno, per esistere nel pieno delle sue funzioni, proprio di voi. Occorre azionarla, premendo il pulsante apposito, per percepirla davvero; ecco che allora compaiono dei raggi di luce che danzano su assi concentrici e ci appaiono come punti luminosi in corsa sulla superficie.
Ciò che veramente accade è che una luce emessa dal fondo dell’opera venga schermata da dischi rotanti, schermanti ma rigati in modo da permettere alla luce di passare solo in dati punti e momenti. L’opera agisce: mentre la guardiamo non utilizziamo il nostro solito approccio frontale e non cerchiamo più di cogliere dettagli e particolari. Dimentichiamo di rispecchiarci e anche di riconoscere: la nostra capacità visiva entra in azione e contribuisce a creare l’opera. Come? Ciò che percepiamo, andamenti e curve, è solo una sintesi che il nostro cervello opera, attraverso la vista di qualcosa che accade ed è in movimento. “Il motore è lo strumento più idoneo per sentire il tempo” dice infatti l’artista; anziché un’esperienza complessiva e unitaria, ne facciamo una organizzata sul tempo e su continui impulsi visivi. Essa è proprio resa possibile dall’uso di materiali meccanici, industriali, assemblati perché utili e funzionali e non evocativi.
L’opera è un oggetto seriale che funziona in maniera meccanica: a renderlo unico e irripetibile siamo noi, il nostro sguardo, il nostro tempo speso differentemente. Questa è la ricerca in comune, dal 1960, di esponenti del Gruppo T di Milano. Negli anni sessanta, a conclusione di questa esperienza di gruppo e parallelamente alla sua ricerca di artista, Grazia Varisco lavora come progettista grafica all’Ufficio Sviluppo della Rinascente di Milano, dove era consulente anche Bruno Munari, a testimonianza di come la ricerca di questi artisti verso una percezione attiva, consapevole e condivisa, non si sia fermata al manifesto artistico ma abbia operato in tutti i campi possibili in cui forma e spazio condizionano realmente il pensiero, bisogni e comportamento dell’uomo. (FMC)