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HO MAL DI TESTA E DI UNIVERSO

Gianni Asdrubali

1988

Tecnica


Dipinto

Materiale


Acrilico su tela

Misure


160 x 130 cm

Provenienza


Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1989

N. Inventario


556

Il titolo stesso dell’opera dimostra come la pittura di Gianni Asdrubali sia orientata alla dimensione spaziale cercando una nuova sintesi, l’opera è lo spazio stesso, indipendentemente dal fatto che sia fisico o mentale. Ho mal di testa e di universo risulta quindi un “fenomeno spaziale”, un insieme di ritmi e movimenti gestuali che si schiudono nel vuoto della tela, si estendono, crescono senza confini e, nella loro dinamica tendenza verso l’espansione spaziale, hanno ormai infranto la tradizionale cornice dell’immagine.
I segni presenti sulla superficie pittorica non nascono qui ma qui trovano le condizioni per il massimo della loro azione: la tela diventa un “campo di forze”. Lo spazio non è quindi alluso, dipinto, ma lasciato essere e agire sui contorni dell’opera, sulle forze interne a essa: “La pittura comincia là dove io non dipingo”.
Altro concetto fondamentale dell’opera di Asdrubali è infatti l’importanza del vuoto e del bianco, componenti evidentissime a partire dal 1988, anno in cui l’artista è presente alla Biennale di Venezia. Il bianco assume nelle opere di questo periodo (e quindi anche nella nostra) una funzione pressoché magica: esso è dipinto e non dipinto, rimane ai margini della composizione ma, nello spesso tempo, è ben presente, evidente, agisce nella concezione totale del quadro. Esso assume i caratteri di una mobilità percettiva, di una nuova pulsazione del segno che è spinto dal bianco a una maggiore libertà esecutiva.
Nell’opera che state osservando il significato del bianco assume ancora più forza se lo si considera in rapporto agli altri due colori presenti, ma in misura notevolmente minore, il rosso e il nero che sembrano quasi scomparire sotto la sua energia. “Non ho mai pensato di fare un quadro astratto. La mia pittura non è astratta, né tantomeno geometrica, bensì sostanzialmente organica”, dichiara Gianni Asdrubali. In effetti nella sua pittura si congiungono diversi temperamenti, messi in rapporto in modo da essere un’unica cosa, da costituire l’energia unitaria della visione. (MM)

Ho mal di testa e di universo