NATURA MORTA
Giuseppe Ajmone
1953
Tecnica
Dipinto
Materiale
Olio su tela
Misure
60 x 92 cm
Provenienza
Opera donata dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1953
N. Inventario
043
Un tavolo con appoggiati una brocca, un piatto con due pesci e due ampolline, sullo sfondo, una finestra; eppure non sono gli oggetti i protagonisti di questa Natura morta, Ajmone non vuole descrivere, ma esprimere. Pur essendo riconoscibili, gli oggetti hanno forme sintetiche geometrizzanti, sono tra loro sproporzionati, appiattiti nella bidimensionalità della tela, non sono collocati in uno spazio prospettico.
La ricerca non si sofferma sulla mimesi del reale, ma si spinge a tradurre il mondo visibile in valori di forma, struttura e colore.
Lo spazio del dipinto, ripartito in riquadri irregolari più piccoli in basso e più larghi in alto, obbedisce a una necessità ritmico-architettonica.
Non vi sono linee di contorno, il colore, grazie a un calibrato gioco di cromie, si diffonde come una calda e morbida luce interna alla composizione, restituendo la vibrazione atmosferica.
Ajmone rivela una sensibilità cromatica sottile, con accordi meditati di bruni, di neri, di rosa in linea con la tradizione lombarda.
Intorno alla metà degli anni cinquanta, soprattutto le nature morte e i nudi sono caratterizzati da una costruzione cubista ammorbidita da una cromia lirico-tonale in un equilibrato incontro di raffinatezza luministico-cromatica e di nettezza di ritmi strutturali. Tali esiti sono da mettere in relazione con lo studio di Braque, a partire dal 1951, “mi serviva per ordinare la tessitura del dipinto”, e di Bonnard, “in lui ritrovo sempre una voglia di rompere degli argini, di immaginare, di favoleggiare al limite intorno agli oggetti”.
La pittura di Ajmone è una testimonianza lirica, un diario di emozioni e impressioni più che di fatti. Le cose acquistano valore e significato in quanto scoperte e condizionate dalla sensibilità e dal sentimento dell’artista nei suoi differenti momenti psicologici.
Ajmone espone alla Biennale di Venezia nel 1948, 1950, 1952, 1958 e in una sala personale nel 1962. Nel 1953 partecipa al IV Premio Nazionale di Pittura Città di Gallarate.
(GF)