IL DOPPIO ALL'ALTEZZA DELLE SPALLE
Pierluigi Calignano
2004
Tecnica
Installazione
Materiale
Legno e acciaio
Misure
170 x 50 x 20 cm
Provenienza
Opera acquisita dal Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 2004
N. Inventario
1304
Il Doppio all’altezza delle spalle è una monumentale opera scultorea, alta sei metri, che riproduce uno scheletro umano composto da elementi modulari in legno, uniti tra di loro ad incastro. Oltre alle dimensioni enormi, lo scheletro presenta delle braccia sproporzionate, in una scala del 200% rispetto al resto del corpo.
Il lavoro fa parte della serie degli “Scheletri” che nasce da una riflessione “antileonardesca” sullo studio delle dimensioni del corpo, come afferma l’artista stesso: “il corpo umano si basa su precise proporzioni e ho pensato di lavorare proprio su queste, modificandole, trattandole come un semplice valore numerico”.
Durante la mostra Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee, XXI-XXII Edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, occasione per cui fu realizzata l’opera, lo scheletro invadeva una via del centro della città come uno strano animale preistorico, in grado di dialogare, per evidenza percettiva, con la gente. Eppure la posa di quell’enorme corpo lo rendeva antimonumentale: esso si presentava agli spettatori di spalle, con la faccia rivolta verso il muro della piccola chiesa di Sant’Antonio e diventava, per i cittadini, una presenza difettosa a causa delle sue evidenti proporzioni sfalsate; lo scheletro si faceva osservare dal basso, con le spalle verso lo spettatore e la faccia contro il muro, come in castigo, ponendosi in contrasto con la sua stessa evidenza scultorea.
La collocazione dell'opera, a diretto contatto con l'Oratorio di Sant'Antonio, intendeva porsi in dialogo con alcuni aspetti del territorio: con la consuetudine della chiesa stessa, cattolica e quindi atta ad accogliere la rappresentazione degli scheletri nei propri luoghi, e con la leggenda, raccontata dai gallaratesi, dell'anonimo scheletro visibile fino agli anni Trenta ai piedi del Campanile della Basilica di Santa Maria Assunta.
Questa stretta connessione culturale con il territorio, unita all’interesse per la costruzione delle forme sono aspetti rintracciabili nella poetica dell’artista che generalmente attinge alla storia dell’arte, al design e alla cultura popolare. (LG)