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Percorso Didattico - "Ostensorio vuoto” di Mirella Bentivoglio

14 giugno 2019–15 giugno 2019

POTERE E POTENZIALE DELLA DONNA
dalla condizione femminile romana all’”Ostensorio vuoto” di Mirella Bentivoglio

In epoca romana la partecipazione reale alla vita sociale e politica era, come sappiamo, preclusa alle donne, tant’è che, nel corso del tempo, nel considerare la sua presenza, si faceva riferimento alla donna sia come incarnazione dei valori del mos maiorum sia come simbolo di corruzione e esempio di valori negativi. Di queste possiamo citare Tarpeia, nobildonna romana che, lasciatasi corrompere dall’oro dei Sabini, tradì i Romani aprendole porte della città ai nemici; oppure Sempronia, esempio per eccellenza della corruzione dei costumi romani, donna audace e colta ma anche lussuriosa e avida, partecipe della congiura di Catilina. Proprio riguardo la diffusione del lusso nell’Urbe, l’abolizione da parte delle donne della Lex Oppia, che limitava drasticamente il possesso e l’esposizione di gioielli, rappresentò un momento importante nella storia romana, in quanto perla prima volta esse riuscirono a imporsi per ottenere ciò che volevano. Allo stesso modo un primo grosso scossone a questa visione che danneggia l’immagine della donna è stato dato dal femminismo negli anni ’60-’70 del secolo scorso. In quest’ottica possiamo dire che l’importanza della donna romana è riconosciuta fin dalla fondazione della città: i Romani, infatti, non sarebbero esistiti senza il ratto delle donne Sabine che, gettandosi con coraggio nella battaglia fra Romani e Sabini, posero pace fra i due popoli, favorendone la fusione. La stessa nascita della repubblica ha come protagoniste delle donne, esaltate come modelli eroici di virtù; Lucrezia, moglie di Collatino, ad esempio, si suicidò a seguito della violenza di Sesto Tarquinio, causando una rivolta popolare che portò alla cacciata di Tarquinio il Superbo e alla fondazione della repubblica.

Quindi la donna, che fino ad allora era sostanzialmente considerata un simbolo e dunque non agiva personalmente, da questo momento non viene più etichettata tale ma è una figura che effettivamente ha delle potenzialità ed è in grado di prendere il potere. È libera di non essere oggetto di discussione e perfino di non emerge come femminista, ma come persona.

Un perfetto esempio è rappresentato da Mirella Bentivoglio, artista che nasce come poetessa e che “prende il potere” attraverso le arti visive, denunciando la corruzione della politica nella sua opera “Ostensorio vuoto”. È un lavoro che mette in discussione il problema della sacralità del potere dell’uomo: questo è intoccabile, proprio come l’ostensorio, oggetto sacro in cui è contenuta l’ostia. L’opera è fatta di un collage di immagini prese da importanti consessi fatti di soli uomini; ed è proprio su questo che si abbatte la critica di Mirella Bentivoglio che consiste nell’annullare questa disparità di trattamento tra uomini e donne. Dunque, la sacralità del potere viene tolta dal suo piedistallo e svuotata della sua importanza, e di questo potere resta solo la forma, una forma vuota.

In conclusione, quello di Mirella Bentivoglio non è solo un attacco al potere, ma un attacco all’assenza delle donne all’interno di questo, un’assenza ingiustificata, e, se giustificata, lo è dalla società patriarcale che vede l’uomo imporsi sulla donna. 

Francesca Ballerio, Francesca Colombo, Francesca Putino