25 novembre 2001–06 gennaio 2002
La mostra
Turi Simeti, nell'ambiente artistico contemporaneo, è simbolo di ragione e fantasia da più di quarant'anni. La sua ricerca artistica si radica nell’ambiente di Fontana, di Manzoni, della Galleria Azimuth, nei fermenti che muovevano la vita culturale italiana, in particolare milanese all’inizio degli anni Sessanta. Simeti fa parte di quel grande contesto europeo “Nuove tendenze” o “Nuovo realismo” o “Zero”, in cui lo spazio pittorico è regolato da un uso razionale del segno e della percezione del campo artistico visivo come spazio di azione della forma, spesso singola, unica, aggettante, e del colore, teso, assoluto, monocromo.
Fin da sempre l’artista ha svolto il suo lavoro con un rigore ed una coerenza incontestabile. Si dà un metro di misura, un canone, per le sue opere con cui potrà verificare l'ampiezza dello spettro espressivo che esso permette. Ci sono artisti che creano rotture. Ci sono artisti che sembrano dire una sola parola per tutta la vita ed altri che cambiano e mutano con assoluta indifferenza. Simeti non è artista di rottura, ma colui che ha saputo riprendere quanto alcune delle punte più avanzate dell'arte dei primi anni.
Nella sua produzione sfrutta campi monocromi che, nella loro assolutezza, invitano alla concentrazione dello sguardo e della mente e che creano delle pause di meditazione capaci di riassorbire la tensione delle forme ovali o circolari. Usa la superficie come elemento espressivo in grado di comunicare attraverso estroflessioni, ellissi o dischi, che da sole fanno vibrare la luce, fanno vivere l’opera in una continua tensione percettiva.
Semplicità e complessità, ritmo, luci e ombre. Sono le costanti che caratterizzano la ricerca di Simeti, tanto che ogni singola opera può essere letta come una nota di un’infinita e lirica armonia musicale, guidata dal movimento omogeneo, eppure sempre variabile, della luce.
L'artista
Turi Simeti nasce ad Alcamo, in provincia di Trapani, nel 1929. Dopo studi universitari rimasti incompiuti, nel 1958 si trasferisce a Roma, dove avvia i primi contatti con il mondo dell’arte, avendo occasione di conoscere Alberto Burri e di frequentarne lo studio. Da queste sollecitazioni deriva, all’inizio degli anni Sessanta, una sua prima produzione di opere polimateriche. Soggiorna in questi anni a Londra, Parigi e Basilea.
Nei primi anni Sessanta, il suo linguaggio si definisce e si struttura principalmente intorno a un elemento geometrico, l’ellisse, che diventerà la cifra del suo lavoro artistico.
Nel 1963 prende parte alla “Rassegna Arti Figurative di Roma e del Lazio”, al Premio Termoli e alla mostra “Arte Visuale” presso Palazzo Strozzi a Firenze. Alcune delle rassegne che nascono all'insegna dell’arte programmata e della Nuova Tendenza sia a livello nazionale che internazionale, vedono la presenza di sue opere, come la mostra “Nuova Tendenza 3” a Zagabria e “Arte Programmata - Aktuel 65” a Berna nel 1965. Nello stesso anno, si inserisce nel progetto “Zero Avantgarde” nello studio di Lucio Fontana a Milano, per proseguire con esposizioni nelle gallerie Il Punto di Torino e Il Cavallino di Venezia. Realizza poi la sua prima personale nella Galerie Wulfengasse di Klagenfurt e si trasferisce da Roma a Milano, dove nel 1966 tiene una personale nella Galleria Vismara, presentata in catalogo da Giuseppe Gatt. Tra il 1966 e il 1969 si trattiene per lunghi periodi a New York, dove allestisce uno studio e realizza numerose opere.
Nella seconda metà degli anni Sessanta il suo lavoro riceve interesse in Svizzera e in Germania. Dal 1980 inizia a lavorare in un suo nuovo studio a Rio de Janeiro. le sue opere vengono accolte in numerosi spazi privati all’estero, torna ad esporre in Italia nel 1989 con una personale allestita nella Galleria Vismara di Milano.
Tra le personali si ricordano quelle: a Bergamo, Verona, Rottweil, Diisseldorf, Oldenburg, Kéln, Mtinchen, alla Pinacoteca Comunale di Macerata (1980), allo Studio Grossetti di Milano (1982), al Museo Civico di Gibellina (1991), a Busto Arsizio, Rio de Janeiro, Robbiate, Carnate, Trezzo sull'Adda, Biberach, Kaiserslautern, Milano (galleria Vinciana), Bolzano e Trapani, alla Galerie Kain di Basilea (1998), allo Studio d'Arte Harry Zellweger di Basilea e alla Galleria Uwe Sacksofsky ad Heidelberg (2000).
Tra le collettive si ricordano: “Estensione”, nella Casa del Mantegna di Mantova e “Arte in Italia negli anni 70” presso La Salerniana di Erice
Le sue opere sono esposte: alla Galerie Passmann di Friburgo, alla Galerie Wack di Kaiserslautern, alla Galerie Maier di Kitzbiiehl, alla Galerie Ahrens di Coblenza, alla Galeria Paulo Figueiredo di San Paolo del Brasile, alla Galerie 44 di Diisseldorf, alla Galerie Apicella di Bonn e alla Galerie Monochrome di Aachen.