01 ottobre 2010–31 ottobre 2010
La mostra
L’opera di Carsten Nicolai è contraddistinta da un linguaggio basilare e universale, che, pur sviluppandosi dalle scienze, cerca di evadere la razionalità, mettendo in relazione le ricerche di ambito tecnologico e artistico con le potenzialità dei nuovi media. L’estetica minimalista delle opere di Nicolai è all’insegna del rigore, della semplicità e della pulizia delle forme e deriva da un fare artistico che poggia su strutture di informazioni logiche e matematiche; tuttavia di fronte alla sua opera i sistemi di riferimento funzionano solo ad un qualche grado, ed è invece attraverso la percezione che la sua arte può essere compresa.
Le opere di Nicolai rivelano nuove forme di costruzione della realtà mettendo lo spettatore di fronte ad un’esperienza sinestetica, di simbiosi tra livelli e canali percettivi comunemente concepiti come distinti. L’artista sottolinea questa convergenza mentre parla della potenzialità sensibile dei suoi lavori: “Cerco di mantenere un equilibrio tra la comprensione concettuale o intellettuale e quella emotiva. É molto importante per me che una certa profondità e varietà di entrambe coesistano l ́una accanto all ́altra. Sto molto attento a non sacrificare l'una per l'altra”.
Nicolai utilizza il suono elettronico e l'arte visiva come una sorta di strumento ibrido per creare la propria visione dei processi creativi. Infatti, l’artista, con lo pseudonimo Alva Noto è uno dei musicisti di riferimento nell'ambito della musica elettronica. Carsten Nicolai mira a superare le distinzioni tra generi e forme espressive; con il suo lavoro e la sua ricerca egli si colloca in un’area estetica dove la divisione tra le differenti percezioni sensoriali si dissolve. L’opera, la cui natura ambigua, musicale e visiva, rispecchia la doppia identità dell’artista/musicista, insiste sulla sensibilizzazione dello spettatore, per indurlo alla connessione dei diversi livelli sensoriali. Il carattere duale dell'opera di Carsten Nicolai (e della musica di alva noto) si esprime nella compresenza tra le caratteristiche fisiche dell'impatto sonoro, espresso nell'utilizzo di bassissime e altissime frequenze usate in modo potente e tagliente e il carattere chirurgico e microscopico delle strutture in cui questo impianto sonico si realizza.
Così accade anche per le opere visive nelle quali Nicolai utilizza forme rigorose e delicate allo stesso tempo in un'ottica di forte polarità. La sintesi dei suoi lavori si raggiunge nelle installazioni, spazi immersivi dove si fondono la ricerca visiva e quella acustica. La ricerca dell’artista prende spunto da fenomeni naturali come il suono, la luce, i campi elettromagnetici, da un minimum percettivo attorno al quale Nicolai crea un sistema di eventi a cui si aggiunge l'elemento errore che a sua volta provoca cambiamenti di frequenza, di suoni e di visioni generando infiniti altri nuclei e infinite vie di fuga percettive.
Le opere di Carsten Nicolai creano situazioni estetiche in cui è la nostra percezione, continuamente messa in crisi, a incidere sull’interpretazione della realtà. L’assenza nelle opere di una tradizionale struttura narrativa è strutturale alla volontà dell’artista di eludere qualsiasi messaggio morale ed estetico che possa offrire un’univoca visione del reale.
L'artista
Carsten Nicolai (Chemnitz, 1965) è stato invitato ad importanti mostre internazionali come Documenta X, la 49a e 50a Biennale di Arti Visive di Venezia, le sue opere sono state presentate in due mostre personali alla Francoforte Kunsthalle e alla Neue Nationalgalerie di Berlino nel 2005. Le performance di alva noto sono giunte nei centri d’arte più importanti del mondo, al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, al Moma di San Francisco, al Centre Pompidou di Parigi, la Kunsthaus di Graz e la Tate Modern di Londra.