11 novembre 2018–24 febbraio 2019
La mostra
Nell’ambito del più generale intervento di restauro e riqualificazione della Basilica Santa Maria Assunta di Gallarate, Claudio Parmiggiani è stato chiamato a progettare e realizzare due opere straordinarie, per significato, collocazione e fattura estetica, l’Ambone e l’Altare, consacrato dall’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini l’11 novembre 2018. Per sottolineare l’unicità e la complessità di un percorso affrontato dall’intera comunità religiosa e civile di Gallarate, il museo MA*GA e la Comunità Pastorale San Cristoforo hanno affidato ad Armin Linke il compito di raccontare per immagini l’eccezionalità e la complessità di un progetto ampio e impegnativo che ha previsto oltre al restauro della Basilica, anche quello del Faietto con il recupero degli spazi dedicati alla Mensa del Buon Samaritano, il riordino dei luoghi che ospiteranno la Casa della Carità e l’adeguamento dell’area presbiteriale alle disposizioni conciliari.
Armin Linke ha colto la sfida affrontandola con uno sguardo attento, interessato non tanto agli esiti estetici della fotografia quanto piuttosto a riflettere sul rapporto tra ricerca spirituale e ricerca artistica, sull’impegno etico di un’intera comunità, sulla possibilità dell’arte oggi di essere linguaggio sacro fortemente comunicativo. In questo percorso Linke ha messo in campo la propria metodologia di lavoro che considera la fotografia come una pratica non statica, collaborativa, pronta a cogliere la realtà che ci circonda, le persone, i racconti, i fatti, le situazioni, anche parziali, ma capaci di restituire la complessità del presente. Moltissimi sono stati coloro che, coinvolti da Linke e dai suoi assistenti e collaboratori, hanno contribuito a creare relazioni, a far conoscere realtà articolate e impreviste, hanno acconsentito infine a farsi fotografare nel proprio vissuto quotidiano, semplice o intensamente creativo come nel caso di Parmiggiani. Il materiale selezionato per la mostra è un estratto di questa grande narrazione corale, organizzato secondo una struttura ritmata da tre principali nuclei tematici: il contesto sociale, vivo e appassionato della comunità pastorale; i gesti e i luoghi della liturgia; la fase esecutiva dell’altare fino alla sua definitiva messa in opera.
Le opere esposte propongono così persone, fatti, luoghi, esperienze apparentemente lontane tra loro ma che, nell’insieme, riescono a trasmettere il senso di una comunità pastorale coesa che affida all’arte la trasmissione dei propri valori. Le fotografie si inseguono in modo non lineare, secondo una traccia narrativa aperta, ricca di suggestioni, di echi, di rimandi che conducono, con lucidità di linguaggio visivo, verso l’ultima grande immagine dedicata alla nuova area presbiteriale della Basilica, opera di Claudio Parmiggiani.
L'artista
Armin Linke utilizza il film e la fotografia per documentare i fenomeni di globalizzazione, i cambiamenti dei paesaggi contemporanei e le conseguenze sociali e politiche che ne derivano. Le sue immagini investigano e documentano la trasformazione dei territori contemporanei e il loro effetto sulla percezione dello spazio.
La sua pratica artistica si incentra sull’uso degli archivi fotografici e sulle influenze trasformative e i rapporti di reciprocità tra funzioni urbane, architettoniche, spaziali e gli esseri umani in relazione con questi ambienti. Come fotografo e filmaker combina una serie di tecnologie di elaborazione dell’immagine tese a sfumare i confini tra fiction e realtà. Attraverso il lavoro condotto con il suo archivio, come pure con altri archivi storici, Linke sfida le convenzioni della pratica fotografica, nella quale il problema di come la fotografia viene installata e esposta acquista un’importanza sempre maggiore. Quando l’artista assume il ruolo di creatore di mostre insieme ad artisti, designer, architetti, storici e curatori, i racconti prodotti si svolgono su molteplici livelli di discorso. È stato research Affiliate al MIT Visual Arts Program Cambridge, guest professor allo IUAV di Venezia e professore di fotografia all’ Università di Arti e Design di Karlsruhe.
Tra le recenti mostre personali:
Prospecting Ocean, CNR-ISMAR, Venezia, 2018; The Appearance of That Which Cannot be Seen, ZKM, Karlsruhe, 2015, PAC Milano e aut, Innsbruck, 2016, Centre de la photographie, Ginevra e Forum Ludwig, Aachen, 2017; Il Corpo dello Stato, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma, 2013; Armin Linke/Alpi, Vai Voralberger Architektur Institut, Dornbirn, Austria (2013).
Tra le mostre collettive:
XV Biennale Architettura Venezia 2016; Extraordinary Visions. Italia, MAXXI, Roma, 2016; f/stop Festival für Fotografie, Lipsia, 2016; Fire and Forget. On Violence, KW Institute for Contemporary Art, Berlino, 2015; Decima Biennale di Shangai, 2014; XIV Biennale Architettura, Venezia 2014; Cross Over, Fotomuseum, Winterthur, 2013; Taipei Biennial 2012, The Museum of Crossings, Taipei. Nel 2013-14 Linke, insieme a Territorial Agency e Anselm Franke ha realizzato la serie video Anthropocene Observatory all’Haus der Kulturen der Welt di Berlino.