02 ottobre 2005–20 novembre 2005
La mostra
Giancarlo Cerri è uno dei rari artisti che, oltre ad aver scelto la strada della ricerca pittorica dalla metà degli anni Sessanta ad oggi, si pone nei confronti del mondo dell’arte con uno sguardo distaccato e critico, capace di teorizzare su sé e sugli altri.
Le sue opere sono pittura, parlano di pittura, mettono in scena un universo pittorico raffinato che affonda le proprie radici nella grande stagione informale e astratta del ventesimo secolo e nell’amore della pittura lombarda per il paesaggio e la natura.
La mostra prende inizio dai primi anni Novanta. In questo periodo nella sua produzione il nero fa da trama: “tiene” le masse cromatiche, rinsaldandole, organizzandole in un universo pulsante e ricco di vitalità. Il riferimento da cui parte Cerri è il reale, un universo cui attingere stimoli, emozioni, impulsi creativi che guidano l’artista nella costruzione dell’opera. In tutta questa ricerca il nero aiuta Cerri a depurare progressivamente il quadro di riferimenti naturalistici. Il nero prende spazio, si allarga sempre più, si confronta con gli altri colori della tavolozza inducendoli quasi ad una maggior purezza e semplificazione.
L'artista
Dal 1975 le ricerche di Giancarlo Cerri si orientano verso una libera interpretazione cromatica della materia, in cui emerge chiaramente la matrice informale. I primi esiti del nuovo corso sono proposti nella mostra personale all’Arengario di Milano (1977), poi al Palazzo del Capitano di Reggio Emilia (1980). Nel frattempo, conosce Renzo Cortina, noto gallerista, il quale lo invita a esporre una sua “personale” nella propria prestigiosa Galleria. Nel 1981 presenta un’altra sua personale alla Civica Galleria d’ Arte Moderna di Monza.
Dopo il periodo materico, dà il via a una nuova ricerca le cui opere vengono denominate “Sequenze”. Successivamente, decide di concedersi una pausa dalla pittura ormai da anni imperniata sull’astrazione. Tra il 1994 e il 1995 dipinge un ciclo di quadri rifacentisi a un’idea di figurazione essenziale e sintetizzante. Le opere degli anni Duemila, dipinte prevalentemente con l’uso di due soli colori di cui uno, il nero, è protagonista primario, rappresentano l'approdo a una pittura che si esprime tramite forza d'immagine, rigore compositivo, colore, impatto visivo.
Tra le occasioni espositive, si ricordano le mostre personali al Museo Civico di Lodi nel 1993, alla Galleria Pace di Milano (1997) e alla Galleria Cortina (1994, 1998, 2003). Inoltre, si citano alcune rassegne collettive di rilievo: “Milano - Cento artisti per la Città” e “Percorsi dell’Astrazione a Milano” entrambe tenutesi nel 1995 alla Permanente, “Arte a Milano, oggi” alla casa natale di Raffaello a Urbino nel 2002, “Viaggio dell’arte - Pittura e Scultura dal Museo della Permanente al Castello Sforzesco di Vigevano” (2003), “Nuove Acquisizioni” (Palazzo della Permanente, 2004).