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Ernesto Jannini

07 febbraio 2003–21 marzo 2004

La mostra

La mostra documenta gli ultimi vent’anni di attività di Ernesto Jannini.
La sua ricerca espressiva e comunicativa si snoda lungo un percorso articolato e mai casuale che dura da quasi trent'anni. Un percorso vivo, ricco di cambiamenti, di deviazioni e messe a punto, in ordine al pensiero sull'arte, sulla realtà, sul rapporto tra arte e società, arte e scienza arte e filosofia. Un percorso tuttavia in cui, al di là dei mutamenti, emergono chiaramente alcune costanti e punti fermi che segnano con precisione le opere dell'artista e che si sono andati via via chiarendo e puntualizzando nel corso degli anni.
Jannini vede in ogni «singola opera un momento di profonda interrogazione sull'esistere e soprattutto la possibilità, forse unica, data all'uomo per unire ciò che è separato. La raccolta di oggetti attuata da Jannini, tuttavia, non è debitrice né della poetica pop né di quella poverista. 
Lo sguardo dell'artista sa unire ciò che è separato. Anche grazie ad un fecondo spirito ludico che gli permette di individuare risvolti e relazioni inconsuete, ironiche, giocose, capaci di suscitare feconde commistioni di forme e significati. Jannini agisce come un nuovo alchimista che separa e relaziona la ricerca di se. 

L'artista

Ernesto Jannini nasce a Napoli nel 1950. Nel corso dell’ultimo anno di Accademia insieme a Marta Alleonato, Silvio Merlino, Annamaria Jodice, Claudio Massini, Roberto Vidali, costituisce il gruppo degli Ambulanti con il quale partecipa alla Quadriennale di Roma del 1975 e alla Biennale di Venezia del 1976. 
Nel 1979 partecipa insieme agli Ambulanti alla Biennale di Gubbio curata da Enrico Crispolti.
Nel 1980 lascia Napoli e si sposta a Como. Viene invitato in Austria, a Linz, a partecipare al Festival Textilgestaltung dove si presenta con un’installazione realizzata con centinaia di triangoli colorati.
Dal 1984 al 1987 inizia il ciclo degli Scudi. Nel 1987 si trasferisce a Milano e apre lo studio nell’ex galleria di Franco Toselli. Nello stesso anno viene invitato da Franz Paludetto alla mostra Equinozio d’autunno a Rivara. 
Nel 1990 partecipa alla Biennale di Venezia, “Aperto 90”, dove presenta un’installazione sul tema di Cartesio di Mogli e alcuni lavori ispirati al tema dei Nidi di rondine. 
Nel 1992 tiene una personale alla galleria De Zaal di Delft, in Olanda. Nel 1996 insieme all’artista Giulio Calegari dà vita al Convegno Convergenze: Arte-Scienza. 
Nel 2000 gli viene assegnato il Premio d’Arte Lissone.